Ristorazione tra passato e futuro
Come ormai ben sappiamo, l’aprile del 2020 ha segnato un punto d’arresto, o forse sarebbe meglio dire un cambio di direzione, per il settore della ristorazione. Se tra il 2010 e il 2019 il numero dei ristoranti aveva registrato una crescita del 26 per cento; dal 2020 si iniziò a fare ritorno a vecchie abitudini, come il take-away.
A vantaggio di chi opera attivamente nel settore della ristorazione, in questo articolo cercheremo di comprendere al meglio la fenomenologia delle abitudini della clientela.
Le radici del take-away: quando nasce e perché
Nonostante alcuni ristoratori fossero abbastanza scettici nei confronti del take-away o del delivery, bisogna fare un appunto. Queste due pratiche non sono per nulla innovative: le loro radici risiedono a un periodo antecedente alla nascita della ristorazione così come la conosciamo. Un fatto curioso che ci ricorda come le pratiche umane rimangano cicliche e, almeno in questo caso, indiscutibilmente funzionali alla sopravvivenza di un settore.
Per i più curiosi o per chi ama intrattenere i propri clienti con piccoli excursus storici, facciamo un salto nel passato e ricordiamo perché consumare un pasto fuori casa e usufruire del servizio di take-away, di fatto, non avesse nulla a che fare con un comfort o un qualcosa di piacevole. Fino a circa la metà del Settecento, soprattutto per chi risiedeva in città, mangiare fuori era la scelta più economica che si potesse fare. Le cucine professionali o le bancarelle di cibo lungo le strade e i sentieri consentivano di sfamarsi, risparmiando sui costi necessari per cucinare, come il legname o la torba. Al contrario, coloro che appartenevano alle classi sociali più elevate preferivano consumare i pasti nella propria dimora.
Mangiare al ristorante: una necessità prima che un lusso
La pratica di andare al ristorante si è affermata negli ultimi secoli. Sebbene la fine dei monopoli sulle vendite avesse incentivato i locali ad ampliare la propria offerta, riuscendo così a soddisfare una fetta più grande di clientela, il vero momento decisivo fu la nascita della borghesia, con i relativi impegni lavorativi e l’emancipazione femminile. In primo luogo, la nuova classe emergente poteva mostrare nei ristoranti la propria disponibilità economica, ordinando un considerevole numero di pietanze e bevande; in secondo luogo, l’impegno della forza lavoro femminile fuori dall’assetto domestico richiese un cambio di abitudini. Consumare il cibo in casa non era più un costo prettamente legato al denaro, ma anche al tempo: per preparare la cena, una donna doveva impiegare del tempo che invece sarebbe stato potuto utilizzare per guadagnare del denaro.
Parola d’ordine per i prossimi anni: flessibilità
In ultima analisi, possiamo affermare che gli sviluppi del settore della ristorazione non si possono definire con certezza, ma come anticipato all’inizio è sicuramente un’abitudine molto amata dalla popolazione. Tuttavia, il cibo da asporto rimane un’alternativa valida. La conclusione è, come sempre, imparare ad adattarsi ai tempi e a continuare a proporre piatti di qualità, che in qualche modo siano appetibili e irrinunciabili.
Se dovete ancora introdurre nella vostra attività il servizio di delivery, o volete ottimizzarlo meglio, di seguito vi lasciamo il link con qualche suggerimento.